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Vorrei capire…se si sta parlando di bozza, quindi non ancora di un regolamento effettivo, come può la Aermatica fornire licenze, certificazioni e quanto altro?
Inoltre tulle le regole, norme e postille avranno , presumo una applicazione generale e non settoriale, di gruppo o associazione.Partecipanteuna associazione formata da costruttori e agenzie che si occupa di concedere certificazioni e testare veivoli e piloti? E chi non fa parte dell´associazione?
PartecipanteSe parliamo di sicurezza non ci dovrebbero essere aerei in volo…cadono, elicotteri…cadono e auto….
Parliamo di sicurezza nel senso di una regolamentazione seria, ma questo non significa complicare le cose, rendere difficile portare avanti una attività che si sta affacciando sul mercato la regolamentazione inglese è complicata. perchè non avvicinarsi a qualcosa di molto più snello e funzionale come la regolamentazione tedesca.
Inoltre il limite di 40 mt non ha senso….PartecipantePer chi lavora con droni per riprese televisive / eventi, è impensabile pensare ad un peso di 2kg complessivi tra drone e videocamera…spesso le configurazioni minime richieste dai produttori tv portano all’utilizzo di droni che pesano circa 5 o 6 kg + payload di almeno altri 2 o 3 kg (videocamere Sony, Canon, RED), senza considerare il peso delle batterie. Tralasciando il fatto che anche una moneta da 1 euro lanciata da 70 metri può far del male (con conseguenze diverse è ovvio), credo che dovremmo far leva sui sistemi di sicurezza presenti all’interno dei droni/quadricotteri/ottocotteri ecc ecc.. chi lavora in campo professionale non si avvale di modellini da divertimento, quasi tutti dispongono di elettronica ultra-sofisticata con gps, fail-safe (atterraggio di emergenza) e coming-home (ritorno a casa in caso di perdita di segnale).
La possibilità di poter aggiungere un paracadute, e l’utilizzo di elettronica di volo professionale (ce ne sono di 2 marche in commercio, personalmente conosco Mikrokopter ed ho sperimentato in prima persona cosa vuol dire vedere RC Signal Lost e riuscire tranquillamente a riprendere il controllo del drone dopo averlo visto rientrare verso il punto di decollo fino a riagganciare il segnale), dovrebbero essere i punti su cui far leva per ottenere semplificazioni…non il fattore 2kg piuttosto che 4kg.PartecipanteBuon pomeriggio a tutti,
Anche io mi candido per la partecipazione al GdL. Rimango in attesa di ulteriori istruzioni
Buon lavoro
Fabio TaddeiPartecipanteTi faccio una domanda: supponiamo che io parta dall’ufficio con il drone e voglia percorrere una linea retta di 200 metri (supponiamo in direzione sud-est). Quindi io dovrei preventivamente sapere quali tetti, case, giardini e parcheggi privati…eccetera attraverserò. Quindi dovrei andare su Google Maps, guardare quali strade saranno coinvolte dal mio volo, andare a vedere il campanello delle relative case, inviare richiesta ad ognuno dei proprietari (supponiamo di avere 15 case che dovrei sorvolare). Di questi 15, è categoricamente sicuro che troverò qualcuno che non vuole veder passare droni sopra il tetto…quindi dovrò studiare delle gincane tra le case ed ovviamente non potrò verificare di evitare quelle per le quali non ho ottenuto il permesso di sorvolo.
Mi sembra non molto fattibile come cosa 🙁
Forse il permesso di sorvolo lo devo avere solo se decollo/atterro in proprietà privata? Esiste una quota minima oltre la quale non c’è più proprietà privata? Sopra casa mia passa di tutto (Apache, cacciabombardieri, elisoccorso, alianti…) eppure nessuno mi ha mai chiesto il permesso di sorvolo.Dovremmo cercare di approfondire questo argomento, è molto importante per noi.
Partecipantemmm…ho dei dubbi anche su questo, ti faccio il mio esempio. Domenica stavo facendo un volo di test vicino all’ufficio, quando è arrivato un tipo strano che ha cominciato a farmi foto (nonostante gli avessi negato il consenso a farle). Lui ha cominciato ad inveire dicendo che non posso sorvolare proprietà private, e non posso registrare video dove si inquadri la proprietà privata.
Al grezzo signore, ho subito detto che i voli erano solo per test di stabilizzazione (ed effettivamente era così), inoltre il soggetto (lui che falciava l’erba nel suo prato) non era assolutamente riconoscibile nel video dato che usavo un 20mm.
Non mi è ancora chiaro se, effettivamente, sia necessaria autorizzazione per il sorvolo di proprietà privata…ma allora mi viene un dubbio: cosa dovrei dire quando Apache, bombardieri, elisoccorso, polizia, elicotteri usati durante eventi, alianti…svolazzano allegramente sopra la mia casa?
Dobbiamo chiarire questi punti assolutamente: se è giusto dover chiedere un permesso, allora dovremo farlo…se non è necessario, dobbiamo ricordare e portare con noi il testo di legge per tappare la bocca a chi arriva vestito da caccia minacciando di fucilare il drone (a me è successo già 3 volte per molto meno).
Ho un amico che lavora come consulente privacy per aziende importanti, proverò a fargli alcune domande. Altrimenti dovremmo interpellare un avvocato (non gratis di solito). Purtroppo su internet è pieno zeppo di esempi, casi, verdetti di sentenze ribaltati…ma che spesso niente hanno a che fare con il nostro lavoro, e creano solo più confusione che altro.
Potremmo provare anche a coinvolgere questa persona che conosco (che tra le altre cose è anche un pilota con brevetto)…che ne pensate?
PartecipanteCredo che dovremmo puntare ad abolire assolutamente questa regola. Che si tratti di verifiche di tetti, di dighe, di concerti o eventi, il nostro lavoro (ed il motivo per cui si sta diffondendo l’utilizzo dei droni) è la capacità di poter lavorare anche con distanze minime da edifici o persone. Discorso diverso è la capacità del pilota nel riuscire a mantenere un percorso / dovute distanze di sicurezza / eventuali recinzioni o percorsi dedicati al drone (in caso di eventi e concerti ad esempio), ma questo argomento è off-topic (rimando ad addestramento piloti per questo).
Io porto un altro esempio: i produttori tv e cinema stanno scoprendo le innumerevoli capacità dei droni, in grado di effettuare carrellate, panoramiche, movimenti tipici dei bracci (ma senza le limitazioni del braccio)…dover rispettare 150Mt e 50Mt di distanza mi sembra alquanto assurdo, e questo stroncherebbe sul nascere il nostro lavoro…con limitazioni all’italiana ovviamente (in Francia hanno autorizzato il volo sopra le persone con paracadute e protezioni alle eliche ad esempio).
Anche un’auto è potenzialmente pericolosa per l’incolumità dei pedoni e per il rischio che sbatta su una casa, ma non vedo divieti di circolazione a meno di 150Mt da una persona o casa…giusto?Partecipante1)Per il volo notturno, sarebbe importante avere un sistema di illuminazione periferico su tutti i braccetti: poter vedere il drone ad elevato contrasto rispetto al cielo scuro sicuramente ci aiuterà a capire la direzione del drone stesso, a poter anticipare i movimenti. Credo che il sistema dei led su 3 braccetti (rosso/blu, rosso/bianco/verde) non siano sufficienti a farci capire che direzione sta prendendo il drone (anche qui mi riferisco a poter anticipare i movimenti prima che il drone prenda velocità).
Personalmente sto sperimentando un sistema di illuminazione ai bordi di ogni motore…vi farò sapere le mie impressioni.2) Penso che non abbia senso il discorso dei colori rosso, verde, bianco per rispettare i codici dell’aria: che succede se voliamo in modalità carefree? Come fa un eventuale pilota di aereo a capire qual’è il fronte del drone, quando in modalità Carefree non esiste un fronte drone?
3) Penso inoltre che dovremmo trovare il modo di limitare elettronicamente la quota e distanza massima di volo, se possibile, in modo da poter lavorare in sicurezza rispetto alle quote minime dei velivoli veri e propri.
PartecipanteCiao Volovisione,
concordo con te sul fatto che i droni del nostro settore siano adatti a questo tipo di volo. Il problema è che dobbiamo convincere Enac su questo: addestramento a parte, dobbiamo dimostrare che questo tipo di elettronica sia sicuro.
Purtroppo, non basta che la scheda Flight Control Board sia sicura ad esempio…come tutti noi sappiamo è fondamentale che le saldature siano fatte ad elevate temperature (soprattutto quelle per i cavi che vanno alla ricevente): le vibrazioni spaccano le saldature “fredde” o applicate su residui vecchi di stagno…rendendo così vana l’affidabilità dei sistemi Microkopter.Credo che dovremmo puntare su due strade:
1) Affidabilità dei costruttori delle singole schede (verifica presenza marchi CE o altre certificazioni, ad esempio)
2) Qualità di assemblaggio (saldature, connettori con protezioni contro disconnessioni dovute a vibrazioni ecc)Le possibilità che una Flight Control board si guasti da sola, secondo me, sono abbastanza remote…è più facile che un cavo/connettore/saldatura possano creare problemi.
PartecipanteNon possiamo nasconderci da questo compito, e penso sia meglio stilare un programma di addestramento nostro…piuttosto che farci trovare impreparati al punto 8.2. Sicuramente, alcuni di noi vengono da anni di “pilotaggio”, alcuni saranno in grado di fare volo rovescio…3D e qualsiasi altra cosa. Il punto, è che nessuno di noi è preparato a manovre di emergenza in caso di presenza ostacoli, persone, cavi, perdite segnale.
Non credo che Enac transigerà su questo e, mettendomi nei panni di uno spettatore/cittadino qualunque che si vede sorvolare da un drone…vorrei che il pilota fosse estremamente preparato a qualsiasi situazione possa capitare.Bozza della lista:
1) Test per volo senza ausilio di Carefree/GPS o altri sistemi di aiuto alla navigazione, con specifico addestramento a manovre di emergenza in caso questi sistemi ausiliari dovessero andare in tilt
2) Controllo periodico della vista
3) Condizioni psico-fisiche
4) Ore di volo massime consecutive in una giornata lavorativa (per mantenere sotto controllo la soglia di concentrazione e reattività ai comandi)
5) Allenamento periodico settimanale
6) Addestramento specifico per volo notturno
7) Manovre specifiche per condizioni climatiche avverse: folate di vento improvvise, ecc…ecc…
8) Addestramento per volo FPVAbbiamo una responsabilità nei confronti delle persone che vivono/camminano/guidano sotto i nostri droni: se vogliamo chiedere il permesso di volare sopra case e persone, credo sia giusto dimostrare ad Enac (e non solo a loro) di saperlo fare nel modo più sicuro possibile.
Ovviamente, un eventuale “brevetto” ottenuto non dovrebbe avere durata perenne, ma essere sottoposto a verifiche periodiche.PartecipantePrima di tutto vorrei condividere la mia personale esperienza sulla questione privacy: dopo aver chiesto alla Polizia Municipale informazioni a riguardo, la risposta ottenuta era stata “se utilizza obiettivi grandangolari, non in grado di effettuare il ritratto della persona, non c’è alcun problema”.
A tal proposito, cito anche una fonte (http://www.comefarea.it/grafica/fotografia/aspettilegali/), di cui riporto parte del contenuto pubblicato:“””Ritrarre una persona in pubblico
Nessuna norma vieta questa attività; è perfettamente lecito fotografare una persona in pubblico. Per la pubblicazione della foto, però, entrano in gioco gli art. 96 e 97 della legge n. 633/41 (e successive modifiche) sul diritto d’autore: il ritratto di una persona non può essere esposto, riprodotto o messo in commercio senza il consenso di questa, salvo i casi in cui la riproduzione di un’immagine è giustificata dalla notorietà o dall’ufficio pubblico coperto, da necessità di giustizia o di polizia, da scopi scientifici, didattici o culturali, o quando la riproduzione è collegata a fatti, avvenimenti, cerimonie di interesse pubblico o svoltisi in pubblico.
Va però specificata una cosa: pubblicare la foto di una persona in un luogo pubblico non è possibile se la persona costituisce il soggetto della foto. Infatti, si parla negli articoli citati, di “ritratto”. È quindi possibile pubblicare la foto solo se la presenza della persona è incidentale e se non si tratta di un ritratto. In caso contrario, occorre un’autorizzazione. Nel caso, invece, in cui la persona non sia visibile in volto e quindi non riconoscibile, la foto può essere pubblicata senza problemi.
In tutti i casi, se una foto comprende delle persone, e la medesima non rientra nella categoria “ritratto”, la foto può essere esposta o pubblicata se non reca pregiudizio al decoro o alla reputazione della persona (artt. 10 Codice Civile).
In altre parole, se si fotografa il Colosseo e tra i turisti – che non sono di certo oggetto d’interesse della foto e che non influiscono sul contenuto dell’immagine – c’è una persona che si mette le dita nel naso… allora è meglio non pubblicare quella foto. “””Di seguito altri link a riguardo:
http://www.fotografi.org/legge_diritto_autore.html
http://www.fotografi.org/pubblicabilita_foto_ritratto_esempi_concreti.htm
http://www.fotografi.org/legge_diritto_autore.html -
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